IL CASTELLO SIMBOLO DELLA CITTA'

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STORIA del CASTELLO
Il primo cenno storico su Gorizia risale al 1001 ed è
un documento in cui l'imperatore germanico Ottone III faceva dono al
Patriarca di Aquileia di metà del villaggio chiamato Gorizia. La posizione
strategica di quella villa crebbe rapidamente di importanza e ne favorì lo
sviluppo consigliando la rapida fortificazione del colle da cui si domina la
piana dell'Isonzo, colle sul quale sorge il maestoso Castello, monumento
simbolo detta città. Ricco di
fascino, il Castello in pianta pentagonale, sorge tra le mura dell'antico
borgo, quello che le fonti medievali citano come "terra superiore",
in cui si svolgevano le funzioni amministrative e giudiziarie della Contea.
Esso è una fortificazione risalente all'XI secolo
costruita sul colle che domina la città da cui prende il nome.
La sua costruzione è databile intorno al 1146, anno nel quale per la prima
volta compare il titolo di Conte di Gorizia, assieme a Enrico IV di
Spanheim, che presuppone la presenza di una fortificazione in loco.
È probabile che inizialmente una serie di strutture difensive come un
terrapieno, un fossato, una palizzata avessero preceduto la costruzione di
un torrione o mastio di pietra, il quale fu ampliato ulteriormente durante
il
XIII secolo con l'aggiunta di un palazzo signorile e un edificio
di due piani. In questo stesso periodo era sicuramente presente un borgo al
di fuori della palizzata provvisto a sua volta di una barriera difensiva e
composto da case costruite obbligatoriamente in muratura, imposizione data
ai residenti che si aggiungeva a quella di difendere il castello in caso di
attacco.
La prima raffigurazione del castello è risalente al 1307 impressa sul
sigillo concesso alla città da
Alberto II, sebbene la figura sia molto stilizzata si riesce a
distinguere chiaramente il mastio. È probabile che intorno al 1350 il
castello avesse sembianze simili a quello di
Bruck presso
Lienz, il quale un tempo era centro politico e residenza dei
Conti di Gorizia.
Alla morte di
Leonardo,
l'ultimo conte di Gorizia, avvenuta nel
1500 il feudo e il castello di Gorizia divennero proprietà di
Massimiliano I d'Asburgo imperatore del Sacro Romano Impero; il
quale, pur rinforzandone le difese, nel
1508 perse la fortificazione e il territorio che caddero nelle
mani della Repubblica di Venezia la quale rivendicava la successione della
contea.
Sotto la
Serenissima il castello ebbe un'ulteriore opera di fortificazione per
renderlo più adatto alla guerra rinascimentale che comprendeva l'utilizzo
delle
armi da fuoco, tra le varie modifiche apportate venne anche
abbattuto il mastio dell'XI secolo, tuttavia Venezia riuscì ad occupare il
territorio per soli tredici mesi fino al giugno del
1509.
Nel secolo
successivo il castello venne utilizzato come carcere e come caserma e
perdette il suo aspetto medievale, nel
XVIII secolo venne ulteriormente ampliato con bastioni,
polveriere e muraglioni, la costruzione di alcune di queste opere furono
supervisionate dal matematico e astronomo
Edmond Halley.
Il castello
fu danneggiato durante i bombardamenti della
prima guerra mondiale e ricostruito negli anni che vanno dal 1934
e il 1937 dall'architetto
Ferdinando Forlati con l'aiuto del genio militare e della
soprintendenza delle Belle Arti di Trieste. Si decise di ritornare ad un
aspetto medievale del castello e di abbandonare l'intonacatura bianca che la
costruzione aveva acquisito durante il
rinascimento.
Il castello adesso ospita il Museo del Medioevo Goriziano, gli interni sono
arredati con mobili e suppellettili originali, e fanno mostra riproduzioni
di armi bianche e macchine d'assedio. Nel cortile centrale è ancora
possibile vedere i resti del vecchio torrione dell'XI secolo. Sopra
l'entrata c'è una statua raffigurante il
leone di san Marco, simbolo della
Serenissima, pur risalente al XVI secolo non è mai stato
utilizzato, a causa della breve dominazione veneziana, fino al
1919, anno in cui è stato collocato nella sua sede attuale. Sulla
collina intorno al castello si estende un
parco pubblico.
bibliografia:Lucia
Pillon, Robero Kusterle, Gorizia Millenaria, Pordenone, Libreria
Editrice Goriziana, 2005,
ISBN 88-86928-96-3
Maria Rosaria De Vitis Piemonti, Luciano Spangher, Conosciamo Gorizia,
Gorizia, Pro Loco di Gorizia, 1987 |
IL CASTELLO patrimonio ARTISTICO
Il cuore del Castello è la bella Corte dei Lanzi, nella
quale rimangono ancora evidenti le fondamenta dell'alta torre centrale che
fu demolita nel corso del Cinquecento perché troppo vulnerabile alle
artiglierie. Da qui sono visibili il duecentesco Palazzetto dei Conti
e il Palazzo degli Stati Provinciali risalente al XV secolo
mentre del
XVI-XVII secolo è il cosiddetto Palazzetto Veneto che raccorda i
due corpi principali.

I Lanzi, ovvero le guardie armate, prestavano
servizio proprio nel punto in cui il cortile si restringe, a settentrione
accanto alla Porta di Salcano.
Il
Castello di Gorizia si presenta quale affascinante dimora di principi:
al
piano terra trovano posto la piccola sala da pranzo e la
cucina arredate con tavoli e credenze d'epoca completi di
stoviglie tardomedievali;
caratteristico il focolare con i tipici elementi in ferro battuto.
Sempre al piano terra il suggestivo ambiente delle Carceri.
Al piano nobile si trovano la Sala del Conte, oggi adibita a
convegni ed incontri e il Salone degli Stati Provinciali, certamente
il più suggestivo ambiente del Castello. Questa grande sala, sulla quale si
affaccia un grazioso ballatoio in legno e che conserva ancora tracce
di preziosi affreschi e uno spettacolare
soffitto a cassettoni, ospita importanti mostre temporanee.
Al secondo piano del Palazzetto dei Conti, oltre alla raccolta
cappella
palatina dedicata a San Bartolomeo nella quale sono conservate
importanti
tele di scuola veneta e tracce di affreschi cinquecenteschi, si trova il
cosiddetto Granaio, interessante sala didattica di questo Museo del
medioevo goriziano completa di modernissime stazioni multimediali
interattive. E' percorrendo il Cammino di Ronda che si può ammirare
un panorama unico per la sua bellezza. |