Costruito su progetto del
goriziano Nicolò Pacassi (primo architetto alla corte di Maria Teresa)
nel 1745, dal 1900 è sede dei Musei Provinciali.
Tra le opere d’arte che caratterizzano l’edificio, ne ricorderemo alcune che
ornano il piano nobile, come la grande tela che domina il soffitto
del salone d’onore. Si tratta di un’opera di Antonio Paroli,
intitolata "Gli dei dell’Olimpo" (1745). Si segnalano poi quattro
soffitti a stucco, lavori di grande finezza attribuiti a Giovanni
Battista Mazzoleni su disegno di Nicolò Pacassi e databili al 1744-45.
Durante i lavori di restauro del palazzo sono inaspettatamente emersi
affreschi databili all’ultimo quarto del Settecento e all’Ottocento.
Quelli della sala delle Metamorfosi, attribuiti al cividalese
Francesco Chiarottini e raffiguranti capricci architettonici,
sono stati completamente restaurati e sono ora accessibili al pubblico.

Una volta completato il restauro il Palazzo ritornerà ad essere la
prestigiosa sede della Pinacoteca della quale vanno certamente segnalate le
opere di alcuni grandi maestri del Settecento veneto (Marco Ricci,
Giambettino Cignaroli, Francesco Pavona) e un’ampia serie di ritratti
dell’Ottocento tra i quali primeggiano le opere di Giuseppe Tominz
(1790–1866), ritrattista ufficiale della borghesia goriziana e triestina,
attualmente visibili a Borgo Castello.
Notevolissima è anche la collezione di opere del Novecento – una delle più
interessanti della regione – in cui sono rappresentati i massimi esponenti
dell’arte giuliana della prima metà del secolo: artisti di fama
internazionale quali Italico Brass, Vittorio Bolaffio,
Arturo Nathan, Carlo Sbisà, Giannino Marchig, Gino de Finetti,
Luigi Spazzapan, Tullio Crali.Tra le opere delle diverse correnti
espressive del secondo Novecento, particolarmente importante è il nucleo
di dipinti e grafiche di Anton Zoran Music. |